«Qual è stata la prima cosa di Laura che hai notato?»
A Elena divertiva quanto spesso le persone le ponevano quella domanda. E la faceva ancor più ridere la risposta che utilizzava sempre, che puntualmente imbarazzava la diretta interessata, Laura, le cui guance si tingevano di un rosa così invitante che Elena gliele mordeva, fregandosene delle finte proteste della sua ragazza.
Si erano incontrate in un negozio di seconda mano, stavano spulciando la sezione dei libri, determinate entrambe nella ricerca de La lettera scarlatta. Trovarono l’unica copia nello stesso momento e si fiondarono sul libro, togliendolo insieme dallo scaffale. In quell’istante gli occhi e la mente di Elena vennero catturati da un paio di scarpe gialle, probabilmente il paio di scarpe con la sfumatura di giallo più brutta che avesse mai visto. Giallo fluo, brillanti quanto un evidenziatore.
Fu proprio grazie a quelle scarpe che iniziarono a parlare: Elena prendendole di mira per diverse battute, Laura ridendo e chiedendole il nome, il libro diventato un ponte che univa i loro corpi, costringendo le dita delle ragazze a sfiorarsi, in rapide e scioccanti scintille.
Inutile dire che nel giro di pochi mesi il loro amore diventò così ingombrante da riempire le rispettive case fino a scoppiare. Iniziarono a vivere insieme, Laura trascinò tutte le sue cose nell’appartamento di Elena con quelle orribili scarpe gialle.
Una notte Elena le chiese come mai le piacessero così tanto. Laura, accarezzando i capelli ricci della sua ragazza, rispose che per lei erano diventate un portafortuna. Quando le indossava, trovava soldi per terra, riusciva sempre a prendere l’autobus in tempo, aveva incontrato la sua anima gemella.
L’unica volta in cui non portarono fortuna fu il giorno in cui fu investita da un pirata della strada, il giorno della sua morte.
Elena fu costretta a vivere con le scarpe, maledette. La loro esistenza la torturava, le sentiva chiedere incessantemente dove fosse finita Laura, sentivano troppo freddo, non abituate alla mancanza dei piedi familiari della proprietaria.
Tra le lacrime Elena le indossava, bagnando gli spazi vuoti di quelle scarpe troppo grandi per lei. Laura le aveva rubato il cuore e l’aveva crudelmente portato con sé nella tomba, ferito e sanguinante.
In uno scatto di rabbia ed esasperazione, la ragazza andò nel negozio dove si erano incontrate donando le scarpe senza pensarci due volte. Già la mattina dopo il panico le mozzava il fiato.
Non passò nemmeno mezza giornata che tornò al negozio, disperandosi perché non riusciva a scorgere quel giallo accecante. Quando chiese alla commessa, quella rispose che erano state comprate solo un’ora dopo la donazione, da una ragazza vestita completamente di nero, determinata a trovare il regalo perfetto per la sua fidanzata, il cui colore preferito era il giallo fluo.
Elena uscì dal negozio con il volto rigato dalle lacrime, ma con il cuore più leggero.
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