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Volti è la rubrica del Newbookclub in cui i soci scriventi possono mostrare se stessi oltre la comunità, la scrittura e la lettura. Ogni edizione include una breve intervista e una raccolta fotografica, che catturano i tratti più intimi della persona intervistata, partendo da una chiacchierata informale e raccogliendo foto che parlano della sua quotidianità.
L’ospite di questa puntata è Roberto e questo è quello che ci ha raccontato.
«Per me, l’estate è stare al mare, cercare di passare del tempo con gli amici, ma è anche un po’ malinconica. Non so se è per la sua brevità o perché ognuno vive la propria estate, ed è difficile farne parte davvero.»
«La lettura in pubblico è molto importante per quello che scrivo. Leggere ad alta voce fa parte della scrittura stessa, della sua musicalità. Il NBC per me è stato rincuorante: ho trovato persone con il desiderio e la voglia di creare collegamenti in modo produttivo, e questo mi piace, soprattutto per la sensazione di tranquillità che si crea nell’esprimersi. Per me, il NBC è soprattutto espressione. Mi piace quando c’è una sorta di interpretazione di ciò che si legge, quasi come fosse recitazione. Di recente, mi piace anche recitare quello che scrivo.»
«Si dice “grande lettore” quando si legge tanto, ma io mi definisco un “piccolo lettore” perché sono molto lento. Ho sempre preferito ascoltare piuttosto che leggere. Alcuni dei miei libri preferiti sono L’Aleph e Finzioni di Borges, insieme a Il Maestro e Margherita. Non ho mai letto tanti grandi autori che vorrei conoscere ma, ad esempio, ho visto molti più film di una persona comune. Mi sembra anche di aver scritto poco nella vita, d’altro canto ho sempre voluto lavorare nel cinema e fare film, e per fare un film non basta scriverlo, ma ho sempre amato la finzione e il racconto. Il pezzo più lungo che ho scritto è un racconto di dieci pagine e negli ultimi anni ho scritto tanti racconti brevi. Mi piace pensare che anche una sola frase possa essere un racconto, perché lascia spazio all’immaginazione, come la famosa storia di Hemingway: “Vendesi scarpette da neonato, mai usate.” È già un racconto, perché ti fa immaginare tutto quello che c’è attorno.»
«Faccio fotografia analogica, e mi piace molto. Ma una delle cose che più mi rappresenta è il rapporto con le persone. Mi piace essere visto come una persona buona e simpatica, e credo di esserlo. Mi piace fare gesti di amicizia, far ridere gli altri. E adoro mangiare! Mi diverto a stilare classifiche dei migliori gelatai di Palermo.»
«C’è una mia amica, F., che non vive più a Palermo, ma è di Palermo e ci conosciamo dal liceo. È una persona con cui ho sempre avuto una grande sintonia, e mi ha sempre aiutato a trovare chiarezza in quello che scrivo. Appena scrivo qualcosa, so che gliela leggerò e lei mi darà un feedback che mi aiuterà a vedere le cose in modo più chiaro. Durante il Covid, ho iniziato a scrivere molto, e ho lavorato a una raccolta di racconti insieme a lei. Ci sentivamo spesso la sera e mi stava dietro, mi chiedeva perché avevo scritto certe cose, perché avevo scelto quelle parole. Potrebbe farlo anche come lavoro, secondo me. Con lei non mi sento mai imbarazzato per il tempo che le chiedo. Con altre persone, invece, a volte ho paura di chiedere troppo, di ripetermi o di scocciare. Ad esempio, con G., uno dei miei migliori amici con cui ho scritto un film, spesso parliamo di progetti insieme, ma ho paura di chiedergli troppo spesso di parlare di ciò che ho scritto. Però ogni volta mi aiuta a trovare una direzione.»
«Spero che il NBC cresca in termini di risonanza, ma allo stesso tempo spero che mantenga la familiarità e l’intimità che lo caratterizzano ora, dove le persone si sentono a proprio agio. Mi piace che ci siano sia scrittori sia non scrittori, che mostrano la loro interiorità con spontaneità. E poi a Palermo ci sono molti furfanti, ecco, ma il NBC non lo è, e spero non scenda mai a compromessi con loro.»
E voi? Quali sono le vostre passioni? Vi aspettiamo ai nostri incontri e alla prossima uscita di Volti per conoscerci meglio!
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